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Gretchen Parlato: Flor — All About Jazz 

"Uno dei migliori album di jazz vocale degli ultimi anni, e quindi certamente album della settimana."

5 STARS *****

Dopo un'assenza di sei anni dedicati alla maternità, Gretchen Parlato torna con un album magistrale per l'equilibrio che esprime tra ricercatezza, lirismo e intatta spinta a riformulare creativamente i brani. A capo di un nuovo organico—arricchito da Gerald Clayton al piano e tastiere, Mark Guilianaalla batteria e Airto Moreira alle percussioni e voce, in veste di ospiti—la cantante losangelina conferma in Flor la sua collocazione d'interprete assolutamente personale, che non può "temere" nulla dall'ingresso in scena delle splendide vocalist di ultima generazione.  

Il percorso è ancor più eclettico dei dischi precedenti ma il risultato è quanto mai omogeneo e maturo. Gretchen Parlato esprime la sua cifra jazzistica con scelte (di repertorio e interpretative) sempre sofisticate e uno stile vocale avvincente per il gioco delle ombreggiature timbriche e delle pause, per la sensuale tensione emotiva e il ricercato timing.  

Il titolo in lingua portoghese rimanda immediatamente al suo grande amore per la bossa nova e le altre musiche brasiliane che lei canta in lingua originale col suo timbro leggermente nasale e quell'incedere indolente che non è così facile da assimilare. La connessione col Brasile è accentuata dall'organico comprendente il chitarrista Marcel Camargo e il batterista Leo Costa, due artisti d'alto valore ed esperienza mentre la presenza dell'eclettico violoncellista armeno Artyom Manukyan è ideale per le incursioni nell'universo classico (fino a Johann Sebastian Bach). Altre pregevoli reinterpretazioni vengono dai repertori di David Bowie ("No Plan"), Anita Baker ("Sweet Love"), Pixinguinha ("Rosa") e altri autori.  

Il disco inizia con un'ammaliante versione di "È Preciso Perdoar," un classico di Joao Gilberto che Gretchen Parlato interpreta in inglese e portoghese, sostenuta da un'iterativa base ritmica di chitarra acustica e sottolineature di violoncello. Un vivace clima fusion, incrementato dalla presenza di Clayton al Fender Rhodes, caratterizza poi la reinterpretazione di "Sweet Love" e dà alla cantante l'occasione d'improvvisare usando la voce come uno strumento.  

Ogni brano è una scoperta. La tappa di un percorso attentamente concepito sul terreno di una ricerca variopinta e preziosa allo stesso tempo. Splendido esempio è l'interpretazione di "Rosa," grande classico della musica brasiliana che Gretchen interpreta vocalizzando, in una sontuosa integrazione con atmosfere bachiane. Altra esecuzione particolarmente avvincente è "What Does a Lion Say," un valzer disegnato con grazia, esaltato da un prezioso arrangiamento e intensi assoli.  

Non possiamo parlare di tutti i temi ma è davvero difficile tralasciare la radiosa esuberanza carioca di "Roy Allen," brano composto da Roy Hargrove che vede Airto Moreira come ospite, l'originale lettura di una parte della "Cello Suite No. 1, BWV 1007" di Bach o l'intensa quanto drammatica interpretazione di "No Plan" di David Bowie.  

Uno dei migliori album di jazz vocale degli ultimi anni, e quindi certamente album della settimana. 

By ANGELO LEONARDI, ALL ABOUT JAZZ